Discesa del Toula e della Vallée Blanche fuoripista

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La Vallée Blanche

Da Punta Helbronner: è il sistema italiano per accedere alla Vallée Blanche, dai suoi 3470 m il panorama è mozzafiato, il dislivello in discesa fino a Chamonix è di 2.400 metri, dopo 450 m si incontra la traccia della discesa classica francese.
Dall’Aiguille di Midi: la vista da qui è impareggiabile dai suoi 3842 m, è la più alta delle Aiguille di Chamonix, si raggiunge dal simpatico paese francese per mezzo di una spettacolare funivia.
La discesa si snoda tra guglie di protogino rosso e muri di ghiaccio fino al ghiacciaio du Tacul ora più dolce. Con buone condizioni di innevamento si può scendere sino a Chamonix sci ai piedi oppure, a 1.700 una cabinovia porta alla stazione del trenino del Montenvers.

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Valle Stura Antecima del Lausfer vie “I DOLORI DEL GIOVANE MEKKY”, “l’ULTIMA TROVATA” e “L’ORTO SEGRETO”

Tre simpatiche brevi vie di 3 tiri ciascuna non troppo difficili ma comunque esigenti un po’ di esperienza, ottime come abbinamento allo sperone di Rena Grossa posta appena sopra.

In entrambe le vie ci sono in posto i principali punti di protezione tramite fix da 10 con placchette inox, ciò non esclude il fatto che avere qualche Camalot e/o qualche nuts può essere ben utile.

La discesa è molto facile ed evidente a piedi a sinistra, portatevi le scarpe!

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L’ULTIMA TROVATA

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I DOLORI DEL GIOVANE MEKKY

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L’ORTO SEGRETO

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ATTACCO DI ORTO SEGRETO

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ATTACCO DI ULTIMA TROVATA E I DOLORI DEL GIOVANE MEKKY

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VISTA D’INSIEME

VERDON ARRAMPICATA TREKKING CANOA E RAFTING

Il sentiero Blanc-Martel è il più celebe tra i molti itinerari attorno la La Palud sur Verdon. Parte dallo chalet del la Maline ed arriva a Pont Sublime percorrendo per 15 km il canyon più famoso della provenza e non solo!

Si percorre in circa 5 ore, trovando lungo il percorso: scale metalliche molto ripide, grotte, tunnel bui, passaggi vertiginosi…..in un quando assolutamente maestoso.

Da non sottovalutare la lunghezza ed il dislivello (600 m), prevedere molta acqua, oltre ad un buon allenamento.

Il sentiero è vietato ai minori di 8 anni.

 Ma il Verdon è soprattutto celebre per le pareti di calcare perfetto dove la vertigine la fa da padrona! …….Vie per tutte le ambizioni!!!

E al termine di ogni scalata i borghi provenzali sono lì per rigenerare qualsiasi arrampicatore.

E per chi non ne avesse abbastanza è d’obbligo la dioscesa in canoa o gommone del Verdon da Castellane al Pont du Solieil, 2,30 ore di adrenalina sulle correnti del Verdon.

Mettetevi nelle mani di professionisti, anche per la canoa e il rafting, come Feel Rafting.

Su richiesta programmazione di soggiorno conprendente arrampicata, canoa con Feel Rafting, trekking (sentiero Martel o Imbut e Vidal), sistemazione in campeggio in mobile home o tenda

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Roc della Niera 3177 m valle Varaita

Bella montagna molto slanciata che attira subito l’attenzione, raggiungibile dal colle dell’Agnello attraversando ben 4 colli:

Col de Chamoussiere 2882m

col di San Veran 2848m

col Biancetta 2901m

col Blanchatre 3088m

per uno spostamento di 6,5 km ed un dislivello di ascesa di 1070 m in totale.

La via normale permette inotre di visitare la montagna da tutti i versanti, particolarmente impegnativa in termine di fatica la pietraia alla base della parete est ed il canale che porta al col Blanchatre da risalire con attenzione.

Molto divertenti e ben attrezzati i tratti di arrampicata di II grado sulla parete ovest di un centinaio di metri di sviluppo.

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Traversata bivacco Moncalieri – Passo dei Ghiacciai – rif. Soria – valle Gesso

Bellissima e selvaggia traversata ad anello con partenza da S. Giacomo di Entracque a 1213 per arrivare ai 2710 metri del bivacco Moncalieri.

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Dopo il pernottamento si supera subito il Passo o Passaggio dei Ghiacciai del Gelas con i suoi 2750 metri, qui si può trovare ancora della neve per cui possono essere util i ramponi, si attraversa tutto il bacino a NW del Gelas fino alla Pera de Fener da dove si scende lungo un comodo quanto lungo sentiero.

Si arriva al rif. Soria e quindi a S. Giacomo.

I tempi di percorrenza sono 5 ore il primo giorno e altre 5 ore il secondo per la discesa, fattibile in giornata, è però un peccato privarsi di una notte al bivacco Moncalieri dove si respira l’aria del tempo dei pionieri dell’alpinismo.

 

VALLE GESSO LA MADRE DI DIO 2800 M via normale SE De Cessole, Barel, Plent 24.09.1903

Bella gita in un angolo tanto a portata di mano quanto selvaggio delle Marittime.

La via normale  valuta PD da SE è poco attrezzata e segnalata ma molto divertente e selvaggia e sempre molto solare.

L’attacco è evidente 100 metri prima del colletto della Madre di Dio sotto la direzione della famosa grotta.

Fino alla grotta si incontrano 3 chiodi ed una sosta proprio sotto l’antro, dopo 1 chiodo e un cordino.

Superarla a sinistra per entrare in un catino pietroso uscendone nella parte alta verso una rampa a sinistra su bella roccia.

Salire ora direttamente  fino a una sosta su spuntone con cordino bianco, da qui direttamente per un canale con massi incastrati e un muro fessurato, con un tiro di III- di 35 metri, si esce sulla cresta ed in cima. La normale passerebbe a destra partendo da questo spuntone fino a un ripianetto, poi un diedrino con chiodo e fettuccia e per facili roccette fino in cima.

La discesa si svolge sullo stesso itinerario, agevolmente scalando, le calate non sono attrezzate.

 

Anello Viviere – monte Scaletta – rocca Peroni

Tra storia e paesaggio, questo fantastico anello, in parte attrezzato, con passaggi anche in galleria, è vermente una sorpresa e sicuramente da non perdere, meglio con un libro di storia in mano!!

Per tutto l’anello contare circa 6 ore: Viviere – passo dell’Escalon – colle di Scalletta – monte Scaletta 2840 (sentero Roberto Cavallero) – passo Peroni – bivacco due Valli -. colletta Vittorio – ricovero Escalon – Viviere

Giro escursionistico dei Ciciu del Villar

Breve anello adatto alle stagioni fredde o intermedie, ricco però di aspetti geologici molto interessanti.

Quota partenza 653 m, quota massima 915 m, facile, durata 2 ore circa con visita dei principali Ciciu.

I “ciciu” si sono formati presumibilmente al termine dell’ultima era glaciale, in seguito allo scioglimento dei ghiacciai che portò il torrente Faussimagna (affluente di sinistra del torrente Maira) ad esondare, erodendo le pendici del monte San Bernardo e trasportando a valle un’enorme massa di detriti. Questo portò alla formazione di un conoide alluvionale costituito da un terreno rossiccio, ricco di sostanze ferrose, che costituisce i gambi degli attuali funghi di erosione. In seguito, presumibilmente per effetto di frane e terremoti, rotolarono a valle diversi massi staccatisi dal monte San Bernardo: pietre di colore più scuro, che ricoprirono il terreno alluvionale. A poco a poco il Faussimagna ricoprì anche le pietre scure, fino a quando, per effetto dei violenti movimenti tettonici avvenuti durante il Pleistocene superiore, il terreno subì un improvviso innalzamento, e il fiume si ritrovò a scorrere più in basso. Iniziò quindi ad erodere il terreno, riportando alla luce i sassi che aveva ricoperto, arrotondandoli e levigandoli a poco a poco. Allo stesso modo il terreno subì l’azione erosiva degli agenti atmosferici: ma mentre il terreno poco coerente del versante della montagna venne portato via facilmente, i sassi fornirono una sorta di “protezione” alle colonne di terreno sottostanti, riparandoli come se fossero ombrelli. Il risultato è quello che vediamo ancora adesso, con i massi erratici sorretti da colonne di terreno: dei camini delle fate.

L’azione erosiva non si ancora fermata ai nostri giorni: continua ad avvenire, per effetto delle piogge e di rigagnoli che si formano dopo di esse, ma in modo più lento. Tuttavia accade talvolta che la colonna di terreno che sorregge un masso, per effetto dell’erosione, diventi troppo sottile: in questo caso il “ciciu” si distrugge, e il masso rovina a terra, esponendo il gambo a un’erosione accelerata, e proteggendo dal dilavamento una nuova porzione di terreno (ponendo quindi una situazione favorevole alla creazione di un nuovo ciciu, anche se i tempi sono ovviamente molto lunghi).

Lo studio effettuato nel 2000 ha poi evidenziando la presenza di almeno due diverse generazioni di colonne di erosione: i “ciciu” si sarebbero quindi formati in almeno due fasi evolutive distinte.

I “ciciu” sono funghi rocciosi composti, come si è detto, da due parti: da un “cappello” di gneiss occhiadino, un tipo di roccia metamorfica di origine magmatica caratterizzata da bande grossolane di minerali alternativamente chiari e scuri, tipica del massiccio Dora-Maira (dominio geologico alpino che si estende dalla bassa Valle Maira alla media Valle Susa); e da un “gambo” di terra e pietrisco, costituito prevalentemente da una frazione fine (al 90% limo e sabbia, al 10% argilla), a cui si aggiungono frammenti di quarzo, gneiss e micascisti: una miscela molto friabile, cementata da una matrice silicea ricca di ossidi di ferro, che le conferisce il tipico colore rossastro. (fonte Wikipedia)

Andonno, giro della palestra di arrampicata

Il giro della palestra di arrampicata di Andonno è un breve ma spettacolare anello che si snoda sui pendii assolati delle rocce del Cros.
Si presta a varie combinazioni che ne fanno variare la lunghezza ed il panorama, meritevole la visita delle pareti della palestra percorsa da splendidi itinerari di alta ed altissima difficoltà (fino al 9b), famosi internazionalmente.
La partenza è il parcheggio della palestra di roccia (grotta con Presepe) a quota 754 m, il dislivello dell’anello più ampio è di 383 m per una percorrenza di 2,77 km, prevedere circa 1,30 h.