Orpierre

Il sito di Orpierre è un fantastico luogo dove divertirsi scalando a qualsiasi livello dalle famiglie alle vie lunghe ai moniotiri difficili.

Su calcare stratificato a faglie orizzontali o a pieghe sinclinali o anticlinali…..o ……a buchi, dove non è raro trovare dei fossili.

Si trova vicino a Gap, un ottimo campeggio  permette di soggiornare in tutta tranquillità.

               

Giro del Baou de St Jeannet

Il Baou di St Jeannet è la bellissima montagna alle spalle di Nizza e colpisce per la sua maestosità ed è giustamente famoso tra gli arrampicatori per la qualità della sua roccia e la lunghezza delle sue vie.

Il pittoresco villaggio di St Jeannet completa questo quadretto dal sapore tipicamente provenzale.

L’anello del Baou permette di scoprire lentamente tutti i suoi angoli e più suggestivi e di mettere le mani sul suo bellissimo calcare con una facile e divertente scalata dalla cima della montagna, noto per essere un eccezionale belvedere.

Durata: 3 ore

Difficoltà: PD (passi di II+)

           

Falesia di Chateauvert – Correns – Provenza Verde – Francia

Fantastica falesia situata nella Provenza Verde (uscita autostrada a Brignoles), vicino a Correns, nel vallon Sourn, rochers Bagaredes.

La roccia calcarea ricca di carbonato di magnesio conferisce una particolare ruvidità a tatto e rende spettacolare la scalata.

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Rocca la Meja 2831 m cresta sud est

Rocca la Meja (2831 m) è una bellissima cima rocciosa che sorge sullo spartiacque Stura – Màira, dominando i vastissimi pascoli della Bandìa e della Margherìna. Nel settore è la cima più elevata, oltre che più rappresentativa, e questo, unito alla relativa facilità e comodità di accesso, fa si che sia molto frequentata. Tradizionalmente la roccia della Meja è sempre stata considerata mediocre, fatto questo facilmente riscontrabile nelle immense colate di sfasciumi che la fasciano alla base: questo ha fatto si che l’alpinismo classico ha sempre evitato le repulsive e verticali pareti calcaree, preferendo pochi itinerari lungo creste, cenge e canali evidenti. Negli ultimi anni, però, è in atto una massiccia “riscoperta” di questo settore roccioso, specie delle vaste placconate meridionali, quelle che sorreggono la cengia della via normale: su questa lavagna rocciosa sono nate numerose vie sportive attrezzate a spit, di difficoltà non certo banali (poco o niente sotto il 6a) ma che, a detta degli ormai numerosi ripetitori, si svolgono su bellissima roccia lavorata e piuttosto solida. Sfatata quindi l’aura di diffusa friabilità di cui era ammantata la rocca, la salita per la via normale resta un itinerario breve e tutto sommato poco impegnativo, ma di soddisfazione per l’ambiente severo ma al contempo aperto e solare. La prima ascensione della rocca, per la più impegnativa cresta sud-est, risale al 17/09/1895 ad opera di Giovanni Bobba con due ufficiali degli Alpini. La stessa cordata, in discesa, scoprì la cengia obliqua dell’attuale via normale.

La cresta sud est è un percorso vario che si può interpretare in vari modi con la possibilità di personalizzare a piacere la salita, la roccia richiede attenzione ma a tratti è piuttosto bella. Una classica da non mancare veramente dovertente e didattica e mai troppo banale!

Il Bastione 3047 m Valle Gesso

La prima salita della cresta sud fu dell’instancabile conte V. De Cessole con J.B. Plent il 21 gennaio 1902, la stessa via era stata percorsa in discesa da L. Maubert il 22 giugno 1897.

Bella salita PD con un passo di III su roccia sempre bella, non facile e mai affollata.

Dal Pian della casa si raggiunte il Rifugio Remondino e quindi, seguendo le indicazioni, il Colle di Brocan.
Esattamente dal passo si piega a sx (nord) e si risale una rampa di roccette fino a che porta alla base di un evidente salto. Questo si supera sul filo, ripido ma sicuro (30 m, I-II).
Evitato sulla sx (ovest) un tratto delicato lungo una cengia esposta (5 m, II), si ritorna sul filo, guadagnando la sommità di un gendarme. Si scende, sempre tenendo il filo, sulla stretta forcellina seguente (5 m, II-), poi, in arrampicata si supera il salto soprastante (10 m, II), che riserva in uscita (passo chiave) il superamento di un lastrone fessurato quasi verticale (3 m, III).
Sul terrazzo soprastante c’è un chiodo con fettuccia. Si continua ora lungo la cresta sud ora quasi pianeggiante, seguendo prima il filo poi le poco evidenti cengie sul lato ovest (tracce di passaggio di animali).
Raggiunto il castello sommatale, si sale l’ultimo tratto (50 m, II-) tenendosi sul lato occidentale.
Discesa dallo stesso percorso.

Via de Cessole al Corno Stella Alpi Marittime

Sulle orme del conte Victor de Cessole, grande esploratore della alpi Marittime e non solo, su uno dei suoi capolavori realizzato grazie, soprattutto, alla eccezionale Guida L.B. Plent.

Punta Gnifetti 4554 m e Zumstein 4563 m gruppo del monte Rosa

La Punta Gnifetti, quarta cima, ordinata per quota dopo Dofour, Nordend e Zumstein è sicuramente la meta più frequentata, conosciuta ed ambita per i medi alpinisti del massiccio del monte Rosa. Sulla sua vetta è edificata la Capanna Margherita, a tutt´oggi rifugio-osservatorio astronomico gestito più alto d´Europa voluta dal barone Luigi Beck Peccoz di Gressoney, in accordo con Gaudenzio e Vittorio Sella


Accesso:

Il Passo dei Salati è raggiungibile in funivia sia da Alagna che da Gressoney. A seconda della propria comodità si può utilizzare indifferentemente l´ uno o l´ altro impianto attaverso la funivia che dal Passo dei Salati porta direttamente al Ghiacciaio di Indren, accorciando notevolmente l´ avvicinamento. Dal Passo dei Salati si può in alternatina prende la traccia segnalata che risale le pendici meridionali dello Stolemberg per poi contornarne il versante West (tratti attrezzati con canaponi). Scesi al Colle delle Pisse, per sfasciumi si risale a Punta Indren, dove arrivava la funivia di Alagna, ora chiusa. Seguendo i numerosi ometti, si attraversa la pietraia di grossi blocchi e rocce raggiungendo il Ghiacciaio di Indren in forte regresso. Con parcorso ad arco ci si porta alla base dello sperone che vi si affonda e per tracce di sentiero alternate a tratti attrezzati con canaponi e scalini, si sbuca sul pianoro soprastante, da dove è ben visibile la Capanna Gnifetti, che si raggiunge attraversando il Ghiacciaio del Garstelet e superando un ultimo tratto attrezzato .


Descrizione della salita:

Dal Rifugio Gnifetti scendere al sentiero sul ghiacciaio e risalire la traccia a sinistra sotto le rocce che porta sul ghiacciaio, in zona pianeggiante e crepacciata. Risalire il pianoro fino ad un largo crepaccio superabile su ponte di neve e svoltare a sinistra. Risalire il pendio ora più ripido e per zone di larghi crepacci, con traccia a zig-zag, passare sotto la seraccata della Piramide Vincent e per lungo pendio fino ad un altro tratto in falsopiano quasi accanto al Naso del Lyskamm posto a sinistra. Continuando la salita, sempre puntando al centro dell´ampio colle del Lys, si superano alcuni crepacci un po´ più larghi in corrispondenza di altrettanti cambi di pendenza per giungere nell´ultimo tratto in falsopiano passando accanto al Balmerhorn a destra, con la statua del Cristo delle vette sotto al quale è posto il piccolo bivacco. Si giunge infine sul Colle del Lys posto appena oltre i Lyskamm posti di taglio a sinistra. Ben visibile ed impressionante verso NW la lunga discesa sul ghiacciaio dei Lyskamm verso la Svizzera (q. 4.248 m; 2,30 h). Discendendo brevemente, la traccia effettua un lungo traverso a mezzacosta sostanzialmente pianeggiante appena sotto alcune piccole seraccate della base della punta Parrot in un tratto un poco più ripido del facile ghiacciaio. Si giunge così linearmente sotto il Colle Gnifetti e la Capanna Margherita. Aumentando d´inclinazione la traccia sale decisa verso il colle con alcuni tornanti. E´ possibile trovare in alternativa una traccia che si distacca dalle principale verso destra puntando direttamente verso la vetta, si tratta come è ovvio di una scorciatoia comunque abbastanza violenta poichè sale con un´unica diagonale tutto il rimanente dislivello sino alla cima, consigliabile unicamente a persone ben allenate. Per tutti gli altri la salita consigliabile passa attraverso il raggiungimento del Colle Gnifetti con la traccia principale per poi effettuare la decisa deviazione verso destra e, percorrendo una appoggiatissima cresta, raggiungere più tranquillamente la vetta della punta Gnifetti (1-1,30 h).


Discesa:

Come per la salita.


Note:

Pur non nascondendo particolari difficoltà alpinistiche, la salita non è assolutamente da sottovalutare in quanto si svolge in ambiente glaciale dai 3.700 metri circa ai 4.600 metri circa, sufficienti quindi per dare distrurbi cardiorespiratori ad un organismo non sufficientemente allenato e preparato per la quota. Tolto un breve tratto sotto la Pyramide Vincent l´itinerario non risulta particolarmente crepacciato pur tuttavia essendo presenti anche in diversi altri punti della salita sotto il colle del Lys. Panorama e soddisfazione assolutamente indimenticabili. Se il Rif. Gnifetti è pieno si può pernottare al più basso Rif. Città di Mantova (q. 3498 m), un centinaio di m sotto lo Gnifetti.

ferrata di Camoglieres

When your happiness is above all mine……

FERRATA DI CAMOGLIERES

difficoltà: D
esposizione: Sud
quota base ferrata (m): 1000
sviluppo ferrata (m): 600
dislivello avvicinamento (m): 80

località partenza: Camoglieres (Macra , CN )

n° pp max 4 pp/guida alpina

Costo: 150 €/guida da suddividere tra i partecipanti

note tecniche:
Ferrata per esperti, il tempo di percorrenza è intorno alle 3 ore se si raggiunge la cima della Crocetta Soprana. La via ferrata introduce in un ambiente naturale,selvaggio ed incontaminato.

Decisamente consigliato il rinvio corto per i cambi in strapiombo (tenersi solo co le braccia al momento del cambio in strapiombo è troppo rischioso, specie se si è un po stanchi). Consiglio valido anche per gli “esperti”.

descrizione itinerario:
Imboccata la Valle Maira si attraversa Dronero, San Damiano Macra, Lottulo e poco dopo si prende sulla destra una stretta stradina che porta a Camoglieres.

Lasciare l’auto nel parcheggio e raggiungere a piedi, al fondo del paese, il sentiero che porta all’ attacco della ferrata (seguire i bolli gialli).
Si attacca il primo settore al cui temine c’è la prima via di fuga, seguono il secondo e terzo settore al cui termine c’è una via di fuga.

Seguendo i cartelli, sempre molto precisi, si giunge al quarto settore che è il più facile perchè è l’unico che non presenta tratti strapiombanti.
Al termine del quarto settore ennesima via di fuga e sentiero attrezzato che ci porta nei pressi del bellissimo ponte “tibetano” molto “dondolante” e “adrenalinico”.
Dopo il ponte altra via di fuga. Ci si porta all’ultimo settore, poco invitante perchè si nota subito un bello strapiombo, che però non è peggiore di tutti gli altri che abbiamo precedentemente superato. Al termine si può proseguire fino in punta o prendere subito il sentiero di discesa a tratti aereo ma nei punti più delicati attrezzato con funi metalliche.

Equipaggiamento: casco, imbragatura, kit da ferrata.