Cresta Skywalker+ cresta Venezia, valle Po

Splendido percorso di cresta con partenza dal colle delle Travesette per toccare le cime: Punta di Marta (o Rocce Furion), Aiguille Bleue e Punta Venezia.

In particolare la cresta Skywalker va dalle Traversette al colle du Couloir Blanc e la cresta Venezia va da quest’ultimo all’omonima cima e rappresenta la parte più alpinistica.

Sull’itinerario sono sempre presenti degli ancoraggi nei punti più impegnativi o dove c’è una calata.

La salita di questa cresta può essere una buona occasione per l’esperienza di un bivacco sotto le stelle al colle delle Traversette.

Catena del CAI gruppo della Nasta, valle Gesso

Traversata della catena del CAI da Est a Ovest, gruppo della Nasta, valle Gesso. PD+ M. Campia, R. Nervo 1957.

Salita interessante molto varia dall’avvicinamento non facile, con il raggiungimento di ben 7 cime attorno ai 2700 metri, una discesa in doppia…..di che divertirsi.

Ferrata di Camoglieres – valle Maira 02 giugno 2019

BRAVISSIME BIANCAMARIA E LAURA!

FERRATA DI CAMOGLIERES

difficoltà: D
esposizione: Sud
quota base ferrata (m): 1000
sviluppo ferrata (m): 600
dislivello avvicinamento (m): 80

località partenza: Camoglieres (Macra , CN )

n° pp max 4 pp/guida alpina

Costo: 160 €/guida da suddividere tra i partecipanti

note tecniche:
Ferrata per esperti, il tempo di percorrenza è intorno alle 3 ore se si raggiunge la cima della Crocetta Soprana. La via ferrata introduce in un ambiente naturale,selvaggio ed incontaminato.

Decisamente consigliato il rinvio corto per i cambi in strapiombo (tenersi solo co le braccia al momento del cambio in strapiombo è troppo rischioso, specie se si è un po stanchi). Consiglio valido anche per gli “esperti”.

descrizione itinerario:
Imboccata la Valle Maira si attraversa Dronero, San Damiano Macra, Lottulo e poco dopo si prende sulla destra una stretta stradina che porta a Camoglieres.

Lasciare l’auto nel parcheggio e raggiungere a piedi, al fondo del paese, il sentiero che porta all’ attacco della ferrata (seguire i bolli gialli).
Si attacca il primo settore al cui temine c’è la prima via di fuga, seguono il secondo e terzo settore al cui termine c’è una via di fuga.

Seguendo i cartelli, sempre molto precisi, si giunge al quarto settore che è il più facile perchè è l’unico che non presenta tratti strapiombanti.
Al termine del quarto settore ennesima via di fuga e sentiero attrezzato che ci porta nei pressi del bellissimo ponte “tibetano” molto “dondolante” e “adrenalinico”.
Dopo il ponte altra via di fuga. Ci si porta all’ultimo settore, poco invitante perchè si nota subito un bello strapiombo, che però non è peggiore di tutti gli altri che abbiamo precedentemente superato. Al termine si può proseguire fino in punta o prendere subito il sentiero di discesa a tratti aereo ma nei punti più delicati attrezzato con funi metalliche.

Equipaggiamento: casco, imbragatura, kit da ferrata.

Grave (Pic de la) 3669 m via Normale dal Col des Ruillans per il versante Nord

Il Pic de la Grave è montagna dall’aspetto imponente, specialmente se osservata dal suo versante Nord dove si svolge la via normale di salita alla cima.

Questa montagna ha avuto dei primi salitori di rilievo, come il celebre reverendo W.A.B. Coolidge accompagnato dalle guide Christian Almer e R. Kaufmann, che salirono proprio dal versante Nord nel 1880, diventato in seguito la attuale via normale di salita.

Tecnicamente non difficile se in buone condizioni, è un’ottima palestra per imparare a destreggiarsi nell’ambiente di alta montagna su ghiaccio e terreno misto.

PD, 458 m di dislivello, 2,00-2,30 h.

Castore 4223 e Lyskamm Occidentale 4479 – Gruppo del Rosa

Raggiunto il rifugio Qintino Sella al Ghiacciao di Felik 3585m, la scelta degli itinerari è molta ma sicuramente merita una visita il Castore con la sua estetica cresta SE F+, 650 m di dislivello.

Ritornati al Felikjoch la tentazione di salire il Lyskamm Occidentale è troppo forte per rinunciare. 900m dal rifugio, PD, un itinerario molto vario ed estetico, tecnicamente non banale, può essere la partenza per la traversata dei Lyskamm.

Rocca la Meja 2831 m cresta SE

Salita la prima volta da G. Bobba con due ufficiali alpini il  17 settembre 1895, la cresta SE è stata la via seguita per la prima salita alla cima mentre l’attuale normale ne costituì la discesa.

Questa salita offre dei bei passaggi su roccia corretta che vanno un po’ ricercati evitando così i tratti meno interessanti.

PD passi di III, utile corda da 40m, serie di nuts e qualche friends.

La cresta SE rappresenta dal punto di vista geologico un vero libro aperto!

Gruppo del Rosa, il Polluce 4.092m

Raggiungibile da Cervinia Plateau Rosà attraversi il colle del Breithorn, dopo una traversata di oltre 6 km benchè rapida con gli sci, la via normale offre una scalata divertente a varia in un quadro di alta montagna.

L’itinerario è attrezzato con catene, si può ugualmente raggiungere la vetta dalla paretina ovest se in condizioni.

La discesa dalla cima a Cervinia offre uno sviluppo di oltre 15 Km per circa 1000 m di dislivello positivo e 2400 metri di dislivello negativo, una discesa fantastica.

Da non trascurare il lungo e fatipolluce tracciatocoso rientro al colle del Breithorn anche sono solo 250 m di dislivello positivo.

Rocca la Meja 2831 m cresta sud est

Rocca la Meja (2831 m) è una bellissima cima rocciosa che sorge sullo spartiacque Stura – Màira, dominando i vastissimi pascoli della Bandìa e della Margherìna. Nel settore è la cima più elevata, oltre che più rappresentativa, e questo, unito alla relativa facilità e comodità di accesso, fa si che sia molto frequentata. Tradizionalmente la roccia della Meja è sempre stata considerata mediocre, fatto questo facilmente riscontrabile nelle immense colate di sfasciumi che la fasciano alla base: questo ha fatto si che l’alpinismo classico ha sempre evitato le repulsive e verticali pareti calcaree, preferendo pochi itinerari lungo creste, cenge e canali evidenti. Negli ultimi anni, però, è in atto una massiccia “riscoperta” di questo settore roccioso, specie delle vaste placconate meridionali, quelle che sorreggono la cengia della via normale: su questa lavagna rocciosa sono nate numerose vie sportive attrezzate a spit, di difficoltà non certo banali (poco o niente sotto il 6a) ma che, a detta degli ormai numerosi ripetitori, si svolgono su bellissima roccia lavorata e piuttosto solida. Sfatata quindi l’aura di diffusa friabilità di cui era ammantata la rocca, la salita per la via normale resta un itinerario breve e tutto sommato poco impegnativo, ma di soddisfazione per l’ambiente severo ma al contempo aperto e solare. La prima ascensione della rocca, per la più impegnativa cresta sud-est, risale al 17/09/1895 ad opera di Giovanni Bobba con due ufficiali degli Alpini. La stessa cordata, in discesa, scoprì la cengia obliqua dell’attuale via normale.

La cresta sud est è un percorso vario che si può interpretare in vari modi con la possibilità di personalizzare a piacere la salita, la roccia richiede attenzione ma a tratti è piuttosto bella. Una classica da non mancare veramente dovertente e didattica e mai troppo banale!

Il Bastione 3047 m Valle Gesso

La prima salita della cresta sud fu dell’instancabile conte V. De Cessole con J.B. Plent il 21 gennaio 1902, la stessa via era stata percorsa in discesa da L. Maubert il 22 giugno 1897.

Bella salita PD con un passo di III su roccia sempre bella, non facile e mai affollata.

Dal Pian della casa si raggiunte il Rifugio Remondino e quindi, seguendo le indicazioni, il Colle di Brocan.
Esattamente dal passo si piega a sx (nord) e si risale una rampa di roccette fino a che porta alla base di un evidente salto. Questo si supera sul filo, ripido ma sicuro (30 m, I-II).
Evitato sulla sx (ovest) un tratto delicato lungo una cengia esposta (5 m, II), si ritorna sul filo, guadagnando la sommità di un gendarme. Si scende, sempre tenendo il filo, sulla stretta forcellina seguente (5 m, II-), poi, in arrampicata si supera il salto soprastante (10 m, II), che riserva in uscita (passo chiave) il superamento di un lastrone fessurato quasi verticale (3 m, III).
Sul terrazzo soprastante c’è un chiodo con fettuccia. Si continua ora lungo la cresta sud ora quasi pianeggiante, seguendo prima il filo poi le poco evidenti cengie sul lato ovest (tracce di passaggio di animali).
Raggiunto il castello sommatale, si sale l’ultimo tratto (50 m, II-) tenendosi sul lato occidentale.
Discesa dallo stesso percorso.