Esecuzione di una sosta fissa su cascata con l’utilizzo di due viti da ghiaccio, su ghiaccio compatto.
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Roc della Niera 3177 m valle Varaita
Bella montagna molto slanciata che attira subito l’attenzione, raggiungibile dal colle dell’Agnello attraversando ben 4 colli:
Col de Chamoussiere 2882m
col di San Veran 2848m
col Biancetta 2901m
col Blanchatre 3088m
per uno spostamento di 6,5 km ed un dislivello di ascesa di 1070 m in totale.
La via normale permette inotre di visitare la montagna da tutti i versanti, particolarmente impegnativa in termine di fatica la pietraia alla base della parete est ed il canale che porta al col Blanchatre da risalire con attenzione.
Molto divertenti e ben attrezzati i tratti di arrampicata di II grado sulla parete ovest di un centinaio di metri di sviluppo.
Traversata bivacco Moncalieri – Passo dei Ghiacciai – rif. Soria – valle Gesso
Bellissima e selvaggia traversata ad anello con partenza da S. Giacomo di Entracque a 1213 per arrivare ai 2710 metri del bivacco Moncalieri.
Dopo il pernottamento si supera subito il Passo o Passaggio dei Ghiacciai del Gelas con i suoi 2750 metri, qui si può trovare ancora della neve per cui possono essere util i ramponi, si attraversa tutto il bacino a NW del Gelas fino alla Pera de Fener da dove si scende lungo un comodo quanto lungo sentiero.
Si arriva al rif. Soria e quindi a S. Giacomo.
I tempi di percorrenza sono 5 ore il primo giorno e altre 5 ore il secondo per la discesa, fattibile in giornata, è però un peccato privarsi di una notte al bivacco Moncalieri dove si respira l’aria del tempo dei pionieri dell’alpinismo.
San Vito Lo Capo Trapani arrampicata da sogno
San Vito Lo Capo, un posto paradisiaco per l’arrampicata e per il paesaggio.
L’ospitalità di Vito Pace al B&B Alighieri 21 di San Vito aiuta a vivere una splendida vacanza arrampicatoria in questi posto che è pieno di risorse.
Il volo diretto da Levaldigi a Trapani avvicina a noi enormemente questo sito tutto da scoprire…..una speldida idea per il prossimo autunno.
Anello Viviere – monte Scaletta – rocca Peroni
Tra storia e paesaggio, questo fantastico anello, in parte attrezzato, con passaggi anche in galleria, è vermente una sorpresa e sicuramente da non perdere, meglio con un libro di storia in mano!!
Per tutto l’anello contare circa 6 ore: Viviere – passo dell’Escalon – colle di Scalletta – monte Scaletta 2840 (sentero Roberto Cavallero) – passo Peroni – bivacco due Valli -. colletta Vittorio – ricovero Escalon – Viviere
Traversata del Corborant
Traversata del Corborant con Vilma e Alessandro, instancabili scialpinisti ambiziosi
SCARPA Maestrale RS
MAESTRALE RS è lo scarpone quattro leve di riferimento nello scialpinismo. Un modello che unisce le caratteristiche tecniche di uno scarpone da scialpinismo, con elementi distintivi dei modelli freeride. La costruzione Axial Alpine Technology con lingua in Pebax®, materiale che si mantiene elastico anche a basse temperature, lo rende preciso e stabile, permettendo una corretta trasmissione degli impulsi allo sci anche su pendii ripidi. Il nuovo meccanismo ski-walk Mirage Pro è progettato per garantire una naturale fase di camminata.
MAESTRALE RS è il perfetto mix di leggerezza in salita e massima performance in fase di discesa.
MAESTRALE è il mio scarpone di riferimento per lo scialpinismo, freeride, ottima accoppiata con lo sci Salomon Q-LAB e attacco Guardian.
Unico problema avuto la rottura della vite che sostiene la placca posteriore di incastro nella talloniera Dynafit, riparato da Scarpa in garanzia, con un po’ di attesa.
Resistente, preciso, comodo le qualità che prediligo qundo esco con lui per una sciata in neve fresca o un ripido canale su neve dura.
Il manto nevoso e le deformazioni viscose
Bric Castea 1800 m valle Vermenagna
Bella gita esposta a Sud, breve ma interessante per il finale con qualche roccetta e per il panorama grandioso che gode dalla vetta.
Si parte da Limone Piemonte, vallone di S. Anna, si parcheggia a tetto Gianet o Ziton 1188 m circa. Si segue l’itnerario per il colle dell’Arpiola e in breve si giunge alla suggestiva cima.
Dislivello 565 m, durata circa 2,30 ore, per uno sviluppo di 5,5 km
Giro escursionistico dei Ciciu del Villar
Breve anello adatto alle stagioni fredde o intermedie, ricco però di aspetti geologici molto interessanti.
Quota partenza 653 m, quota massima 915 m, facile, durata 2 ore circa con visita dei principali Ciciu.
I “ciciu” si sono formati presumibilmente al termine dell’ultima era glaciale, in seguito allo scioglimento dei ghiacciai che portò il torrente Faussimagna (affluente di sinistra del torrente Maira) ad esondare, erodendo le pendici del monte San Bernardo e trasportando a valle un’enorme massa di detriti. Questo portò alla formazione di un conoide alluvionale costituito da un terreno rossiccio, ricco di sostanze ferrose, che costituisce i gambi degli attuali funghi di erosione. In seguito, presumibilmente per effetto di frane e terremoti, rotolarono a valle diversi massi staccatisi dal monte San Bernardo: pietre di colore più scuro, che ricoprirono il terreno alluvionale. A poco a poco il Faussimagna ricoprì anche le pietre scure, fino a quando, per effetto dei violenti movimenti tettonici avvenuti durante il Pleistocene superiore, il terreno subì un improvviso innalzamento, e il fiume si ritrovò a scorrere più in basso. Iniziò quindi ad erodere il terreno, riportando alla luce i sassi che aveva ricoperto, arrotondandoli e levigandoli a poco a poco. Allo stesso modo il terreno subì l’azione erosiva degli agenti atmosferici: ma mentre il terreno poco coerente del versante della montagna venne portato via facilmente, i sassi fornirono una sorta di “protezione” alle colonne di terreno sottostanti, riparandoli come se fossero ombrelli. Il risultato è quello che vediamo ancora adesso, con i massi erratici sorretti da colonne di terreno: dei camini delle fate.
L’azione erosiva non si ancora fermata ai nostri giorni: continua ad avvenire, per effetto delle piogge e di rigagnoli che si formano dopo di esse, ma in modo più lento. Tuttavia accade talvolta che la colonna di terreno che sorregge un masso, per effetto dell’erosione, diventi troppo sottile: in questo caso il “ciciu” si distrugge, e il masso rovina a terra, esponendo il gambo a un’erosione accelerata, e proteggendo dal dilavamento una nuova porzione di terreno (ponendo quindi una situazione favorevole alla creazione di un nuovo ciciu, anche se i tempi sono ovviamente molto lunghi).
Lo studio effettuato nel 2000 ha poi evidenziando la presenza di almeno due diverse generazioni di colonne di erosione: i “ciciu” si sarebbero quindi formati in almeno due fasi evolutive distinte.
I “ciciu” sono funghi rocciosi composti, come si è detto, da due parti: da un “cappello” di gneiss occhiadino, un tipo di roccia metamorfica di origine magmatica caratterizzata da bande grossolane di minerali alternativamente chiari e scuri, tipica del massiccio Dora-Maira (dominio geologico alpino che si estende dalla bassa Valle Maira alla media Valle Susa); e da un “gambo” di terra e pietrisco, costituito prevalentemente da una frazione fine (al 90% limo e sabbia, al 10% argilla), a cui si aggiungono frammenti di quarzo, gneiss e micascisti: una miscela molto friabile, cementata da una matrice silicea ricca di ossidi di ferro, che le conferisce il tipico colore rossastro. (fonte Wikipedia)