CRESTA EST ALLA CIMA EST DEL MONTE MATTO 3088 metri

Primi salitori: V.de Cessole con le guide A.Ghigo e J.Plent nel 1904.
Prima salita invernale: G.Serra e G.Fulcheri il 21 dicembre 1974.

Salita super classica , una delle grandi vie delle Alpi Marittime ed in particolare della valle Gesso, richiede un forte impegno fisico ed una discreta esperienza per la lunghezza complessiva dell’itinerario, panorami stupendi.
Sviluppo: 700 mt. Materiali: friends, nut e fettucce lunghe, sulla via presenti 4/5 chiodi.
I ramponi possono essere utili, informarsi dal gestore del Livio Bianco, Livio Bertaina per ogni dettaglio tecnico e logistico.

La salita segue abbastanza fedelmente la cresta sul suo filo individuando di volta in volta i passaggi migliori ma ritornando sempre su di essa.

Avvicinamento
Itinerario
Dal colletto direttamente per una placca fessurata fino al suo termine ( III e III+ ). 40mt.
Si prosegue una ventina di metri su cresta orrizzontale, quindi, obliquando a sinistra per erba e roccette ci si porta alla base di un tratto verticale:Si sale qualche metro direttamente ( III ), poi si traversa a destra doppiando lo spigolo e si prosegue verticalmente ( IV ) subito a destra del filo fino ad una comoda cengia erbosa. 40 mt.
Si segue la cresta tenendosi sempre nei pressi del filo e, superando una lunga serie di gendarmi a gradoni ( II, III, passi di III+ ), si raggiunge la sommità del primo grande risalto della cresta. 400 mt. Si prosegue in leggera discesa, tenendosi sul versante sud, per portarsi ai piedi del secondo risalto.
Si traversa a sinistra lungo delle cengette per una quarantina di metri e si raggiunge una zona di rocce rossastre solcate da un vago diedro. Si supera il diedrino ( III+ ) e si prosegue per rocce più facili sino ad un terrazzino 40 mt. Si supera un tratto verticale lungo una piccola, ripida rampa ( IV- ) e si guadagna il filo di cresta; lungo alla cresta ci si porta alla base di un tratto strapiombante. 40 mt.
Si traversa a destra per 5-6 metri, quindi si sale verticalmente ( III+, III ) fino ad uscire su rocce più facili. 40 mt.
La cresta a questo punto si abbatte e per rocce rotte si guadagna la vetta.
 
I nostri tempi della gita del 26.08.2023 1:35 al Drouveron, 02:00 alla cima, al rifugio Livio ci aspettava per la polenta!
 

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ORONAYE 3100m parete S via canale di destra o centrale

Fu la via dei primi salitori nel 1883, nel 1974 Gianni Bernardi, Michele Gozegno e Piero Marchisio fecero la prima invernale. 100 anni dopo la prima salita, nel 1983, Stefano De Benedetti, per la prima volta, discese questa linea con gli sci.

Dopo il primo tratto di traverso, girato uno spigolo siamo saliti direttamente per un canale abbastanza ripido che finisce in una barra rocciosa che si supera direttamente (vecchia corda incastrata). L’ultima lunghezza di 50 metri di protegge bene con dei Camalot.

 

Rocca la Meja via Bobba

Nelle Alpi Cozie Meridionali, in valle Maira, una montagna più di altre sembra una cattedrale gotica, dai colori sgargianti.

La montagna, come tutta la cresta su cui sorge, è costituita da calcari dolomitici a stratificazione quasi verticale, che fanno sì che la cresta sia notevolmente affilata.
Vista da sud e da nord, ha un tipico aspetto piramidale; da est e da ovest invece presenta un profilo molto slanciato, che evidenzia la stratificazione.

Quasi in corrispondenza del culmine della cresta c’è un livello maggiormente eroso, corrispondente ad una serie di strati in cui ai calcari dolomitici originali si è sovrapposta della cenere vulcanica.

 

Rocca Bianca 3069 m valle Varaita via One Again e falesia du Cornivier o de Nourotchou

La rocca Bianca presenta una parete ovest che si affaccia su Saint Veran con belle placche percorse dalla via One Again 5c max, 5a obbl, 250 m, 5 tiri, discesa dalla normale.

La via è ben attrezzata e percorre una zona di roccia molto bella, utili due corde da 50 metri e qualche cordino per unire le soste

La via attacca nella parte più bassa della parete e si raggiunge facilmente dal colle dell’agnello passando per il colle di Saint Veran.

Ben visibile verso ovest la falesia du Cornivier su una roccia bellissima composta da gabbro molto solido.

La falesia si raggiunge da Saint Veran in 1 ora di cammino la parking di arrivo della navetta estiva obbligatoria.

Traversata del nodo di Pagarì di Salese

Si tratta della traversata di cresta dal colle di Ciriegia al colle di Fremamorta, una galoppata che permette di toccare la CIMA DI LECCIA 2673m, la CIMA DI NAUCETAS 2706m, la CIMA EST DI PAGARI’ 2686m, la CIMA OVEST DI PAGARI’ O CIMA DI PAGARI’ DI SALESE 2675m, e la quota 2626.

Si può dividere in due tappe con bivacco al colle di Ciriegia 2551m con 800m di dislivello dal Pian della Casa e 4,5km di sviluppo.

Il secondo giorno la cresta ha uno sviluppo di circa 5km ed in totale circa 640 m di dislivello tra vari saliscendi, poco meno di 10 km lo sviluppo fino al Pian della Casa.

Le difficoltà sono perlopiù concentrate in discesa al colle di Naucetas II+ e in salita alla cima di Naucetas, II o III in base al percorso scelto, se non si evita la cresta per i pendii erbosi a destra.

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Forcella Est tra punta Remondino e Laurenti – Catena del CAI – Valle Gesso

Interessante canale rettilineo, caratterizzato da un blocco di roccia incastrato poco prima dell’uscita che in caso di buon innevamento provoca un’interessante impennata all’andamento regolare della linea, in caso di mancanza di neve il passaggio esterno su roccia può essere delicato ma è possibile superarlo dall’interno attraverso una provvidenziale galleria (attenzione ai blocchi in bilico).

Rapidamente accessibile dal rifugio Remondino, ottima base di partenza, può essere una valida alternativa al percorso normale per il lago di Nasta e per gli itinerari che partono nei pressi di esso.

Interessante concatenarlo con il canale del Bastione o altri rocciosi della Nasta.

Discesa facile dal sentiero che scende dal lago.

CANALI DI NEVE!! E’ IL MOMENTO DI PENSARCI….

cascate (30)ROCCA ROSSA CANALE NORD1

I canali di neve, spesso linee estetiche perfette, a volte nascoste ad occhi non esperti, sono quasi sempre linee ideali di salita verso una cima.

Occorre però valutarne le condizioni ed il momento propizio, presupposti importanti, oltre alla padronanza della progressione su pendii ripidi con i ramponi e la piccozza, per affrontarli in sicurezza.

Alcune proposte:

  • Marguareis, Canale dei Genovesi PD 550 m
  • Gruppo dell’Asta, canale della forcella dell’Asta AD- 600 m
  • Gruppo dell’Argentera, canale Lourousa AD 900 m
  • Gruppo dell’Argentera, canale della Forcella D 800 m
  • Gruppo dell’Argentera, canale Freshfield  AD- 300 m
  • Gruppo del Tenibres, canale N di Rocca Rossa PD+ 300 m
  • Gruppo del Monviso, parete N canale Coolidge D 1160 m
  • Delfinato Col du Casset couloir Davin AD 500 m

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Tete de la Frema 3142 m valle Maira

La Tête de la Frema (3142 m) è una montagna delle Alpi Cozie, situata sullo spartiacque alpino principale tra la valle Maira e la valle dell’Ubaye.

Si trova sul confine tra Italia e Francia. Dal versante italiano, è in comune di Acceglio (CN), in valle Maira.

La cresta principale scende in direzione circa nord dalla vicina Tête de l’Homme, raggiunge il passo di Terre Nere (3035 m), risale alla cima del Point Fond de Chambeyron, riscende ad un colletto e sale alla vetta; in corrispondenza della vetta, piega ad ovest-sud-ovest, scendendo al colle Gippiera (2948 m), da dove poi risale, con ampio arco diretto prima ad ovest-sud-ovest poi a sud-sud-ovest, al Brec de Chambeyron. Dalla vetta dirama inoltre una dorsale secondaria, che scende verso sud-est, separando il vallone di Stroppia a sud-ovest dal Vallone dell’Infernetto a nord-est. Dal versante francese, la montagna scende verso il pianoro che ospita il lago dei 9 colori. I tre versanti principali della montagna sono tutti piuttosto dirupati e rotti.

Il nome deriva dall’occitano, e significa testa della donna.

Dal punto di vista geologico, è composta da una formazione abbastanza uniforme di scisti calcarei ed ardesiaci, e calcari marmorei, di età compresa tra l’Eocene inferiore ed il Cretaceo superiore, ed appartenenti al cosiddetto complesso brianzonese

La via normale si sviluppa dal colle Gippiera; una traccia di sentiero su sfasciumi risale verso la vetta, tenendosi sotto cresta dal versante francese, ed evitando alcuni spuntoni rocciosi nel percorso.

L’avvicinamento dal versante italiano che abbiamo seguito è quello del passo dell’infernetto seguendo il sentiero Dino Icardi fino al bivacco Barenghi. Da qui, per traccia di sentiero, si raggiunge il colle Gippiera, dove ci si aggancia alla via normale. Questo itinerario, di tipo escursionistico, è indicato con una difficoltà di E.